La perdita di sostanza organica nel suolo.

Alcuni dati:

 

Il suolo può stivare circa 20 PgC (petagrammi di carbonio = 2 milioni di miliardi di kg di carbonio) nell’arco di 25 anni, ovvero oltre il 10% delle emissioni di origine antropica. Le emissioni di gas serra da agricoltura, silvicoltura e pesca sono quasi raddoppiate negli ultimi 50 anni e potrebbero aumentare di un ulteriore 30% entro il 2050. L’impiego di fertilizzanti sintetici rappresentava il 14% cento delle emissioni agricole di gas serra nel 2012: sono la fonte di emissioni in più rapida crescita nell’ambito del settore agricolo. Le torbiere e suoli organici contengono quasi il 30% del carbonio del terreno a livello mondiale, ma coprono solo il 3% della superficie terrestre. Il settore AFOLU (Agriculture, Forestry and Other Land Use) è responsabile di poco meno del 25% (circa 10-12 miliardi di tonnellate di CO2eq/anno) delle emissioni di gas serra di origine antropica (deforestazione, emissioni agricole da allevamento di bestiame e da gestione sia del suolo che delle sue sostanze nutritive). Il sequestro del carbonio presente nel suolo aumenta la capacità del terreno di trattenere l’umidità, previene l’erosione e arricchisce la biodiversità dell’ecosistema: i sistemi colturali sono più resistenti alla siccità e alle inondazioni.
Si stima che la quantità totale di carbonio contenuta nei suoli sia pari a 1.500 miliardi di tonnellate, sotto forma di sostanza organica (circa il doppio di CO2 atmosferica). Incrementando il tenore della sostanza organica nei suoli, oltre a migliorare le proprietà chimico-fisiche del terreno, si concorrerebbe al contenimento del livello di anidride carbonica nell’atmosfera
A differenza del bosco permanente la capacità di assorbimento delle piantagioni da legno è limitata nel tempo, trattandosi di colture a carattere temporaneo; tuttavia questo tipo di interventi può offrire un sensibile contributo al sequestro del carbonio atmosferico, soprattutto nella fase iniziale di affermazione su terreni ex-agricoli, in termini di accumulo nel suolo. Secondo INFC (2005), l’assorbimento di carbonio negli impianti di arboricoltura da legno può essere stimato mediamente pari a:

  • 2,45 tonnellate C/ha anno per le conifere,
  • 1,81 tonnellate C/ha anno per i pioppeti,
  • 1,84 tonnellate C/ha anno per le altre latifoglie.

 

Per quanto riguarda l’accumulo nel suolo da parte delle piantagioni forestali, in aree dell’Italia nord-orientale è stato stimato un aumento di C pari al 23% e al 6% rispettivamente alle profondità di 0-10 cm e 10-30 cm in un terreno rimboschito artificialmente da 20 anni rispetto a un terreno coltivato a mais.
Inoltre, la funzione di serbatoio di carbonio dell’impianto può essere ulteriormente incrementata dall’implementazione di pratiche di gestione che agiscono, direttamente o indirettamente, sull’accumulo di biomassa epigea ed ipogea e in grado di favorire un maggior sequestro di carbonio nel suolo forestale (ad esempio, riduzione delle lavorazioni al suolo, ritorno al suolo della biomassa derivante da interventi intercalari quali sfolli, pulizie, diradamenti, miglioramento della struttura del terreno, ecc.).